Il Salmo 133 benedizioni della comunione fraterna


Salmo 133

1 Ecco, quanto è buono e quanto è piacevole,

che i fratello dimorino assieme nell’unità!

2 E’ come l’olio prezioso sparso sul capo,

che scende sulla barba di Aaronne,

che scende fino all’orlo delle sue vesti.

3 E’ come la rugiada dell’Hermon,

che scende sui monti di Sion,

perché è là che l’ Eterno ha posto

la benedizione, la vita in eterno.

Il Salmo 133 è senz’altro tra le composizioni più conosciute e memorizzate rispetto a tante altre, forse perché breve. Davide compone questo salmo elevando le virtù della comunione fraterna, non sta parlando della famiglia umana, ma della famiglia spirituale. E’ una autentica profezia che esprime alcune delle caratteristiche più profonde e importanti della comunione fraterna cristiana del Nuovo Testamento. Dividiamo per praticità questo sermone in parti, perché il salmo è diviso in parti.

  1. IL TEMA: fratellanza; dimora; unità;
  2. L’ESCLAMAZIONE: la sensibilità; il riconoscimento; la memoria;
  3. L’AGGETTIVAZIONE: buono; piacevole;
  4. LA SIMILITUDINE: l’olio; la rugiada;
  5. LA MOTIVAZIONE: perché Dio benedice chi vive nella comunione fraterna;

Davide compone iniziando con Ecco, sembra che voglia immortalare come faremmo noi oggi in una foto-camera digitale un momento prezioso, non sappiamo precisamente in quale occasione egli abbia esclamato quel suo Ecco, ma è certamente un momento in cui ha goduto o ha riflettuto intorno ai rapporti fraterni nella comunità alla quale apparteneva. Mentre considera questo legame cerca dei termini o delle immagini per poterne descrivere la bellezza e la profondità, gli effetti e la portata. Pensa all’olio dell’elezione del sacerdozio di Aaronne, e pensa alla rugiada che scende dal cielo. Egli paragona la comunione fraterna a queste due immagini, molto ben conosciute, e ne dà il senso compiuto, motivando il collegamento alla benedizione che Dio ha stabilito all’interno della fraternità.

  1. IL TEMA: fratellanza; dimora; unità;

               La fratellanza, il tema che viene dall’esperienza di Davide, è vissuto nel modo giusto all’interno della famiglia spirituale ed è fonte di grande gioia e soddisfazione; sono fratelli quelli nati dagli stessi gentori, il nostro unico genitore è Dio. Egli è il nostro padre amato, dal quale siamo nati, da seme incorruttibile. La chiesa ha avuto, se volgiamo una certa funzione da incubatrice spirituale, nella quale siamo stati concepiti quando appena, abbiamo iniziato a ricevere la Parola. La chiesa ha funzionato e continua ad essere quella “madre” che cura teneramente quei figli nati di nuovo ricevuti dal Padre, e li educa secondo i principi del Capo famiglia. (Matteo 12:49; Marco 10:30; Giovanni 1:12)

               La dimora era quella del tempio, dove si svolgevano tutti quei riti antichi ove mantenere vivo il rapporto con Dio, oggi non è il nostro locale di culto il luogo della dimora, ma i nostri cuori che si uniscono, in una sola mente e in un solo cuore, sono loro il luogo prediletto dove Dio ama manifestarsi

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e vivere, nessuno che non vive la comunione fraterna, vive in armonia con Dio. Siamo fratelli e figli di Dio, viviamo sotto lo stesso tetto, nelle stesse camere, viviamo e ci nutriamo dello tesso cibo spirituale, usciamo ed entriamo dalla stessa porta, abbiamo tutti le stesse regole. (Salmi 27:6; Salmi 91:1; Giovanni 15:5)

L’unità, in una famiglia si manifesta in circostanze particolari che possiamo racchiudere almeno in tre circoli: nell’organizzazione e nel rispetto dei ruoli, nelle prove e sofferenze, nei momenti di gioia e svago e libertà. (Efesini 4:16; 1Corinzi 12:26)

   

  1. L’ESCLAMAZIONE: la sensibilità, il riconoscimento, la memoria;

              La  sensibilità, nell’ ecco di Davide si avverte tutta la sua sensibilità spirituale, egli sta realizzando il fermento del suo cuore per una atmosfera spirituale familiare, quasi che i credenti stanno tutti attorno allo stesso fuoco, quello della Parola del Signore, quello della presenza del Signore, a riscaldarsi, i volti, i sorrisi, l’apertura di cuore è generale, sia per dare che per ricevere. Ecco, dice Davide, questa è la famiglia di Dio. (Salmi 122:1; Salmi 16:3)

             L’appagamento, non cerco più le amicizie e divertimenti del passato, non ne sento più il bisogno, questi sono quella parte dei Santi con i quali voglio stare, i loro pregi, i loro difetti, le loro storie, i loro doni, il loro amore, la loro e la mia progressiva santificazione, di tutto questo il mio cuore ne è appagato, soddisfatto, la piena realizzazione della famiglia di Dio. (Salmi 16:11)

             La memoria quel ecco, è come lo scatto di una fotografia del cuore, non voglio dimenticare. Davide deve aver ricevuto così tanto dalla comunione fraterna che se avesse avuto il modo di farlo avrebbe riempito gli album di tutti i fratelli della sua comunità, non potendo lo Spirito Santo lo guida nell’immortalare queste immagini, con le altre riferite e prese da paesaggi ed elementi comuni alla sua cultura. Non dimentichiamo che la comunione fraterna è preziosa e va coltivata e difesa, non dimenticata. (Salmi 42:4; Salmi 145:7; Filippesi 1:3; 1Tessalonicesi 3:6)

 

  1. L’AGGETTIVAZIONE: buono; piacevole;

             Buono, perché Davide considerava che se ciò non fosse stato approvato da Dio, non varrebbe la pena neanche di farlo. E’una cosa buona, che Dio approva, benedice, voluta da Dio, accettevole, in cui Dio manifesta il suo gradimento. L’espressione prima considerata, l’ecco, è seguita dal quanto, in quel quanto c’è tutta la pienezza della benedizione divina nella comunione fraterna. Ammesso che si potesse dimostrare o quantificare, la bellezza o la bontà della comunione fraterna, Davide ne vuole parlare come dell’effetto della rugiada e l’uso dell’olio, in entrambi questi elementi o meglio figure, Davide ne esalta la bontà, la bellezza, il messaggio insito in loro. (Genesi 1:31; Esodo 3:8)

            Piacevole, caro in altra traduzione, questi termini devono farci necessariamente realizzare una benedizione nel ricevere dagli altri, ma nello stesso tempo nell’essere una benedizione per gli altri. Se i culti e tutti i tipi di riunioni possibili, secondo la Scrittura, non allietano l’anima nostra, non la ingentiliscono, non la stimolano, non la fortificano, non la attirano alla Santità di Dio, non la rivestono di tutte quelle virtù necessarie per assomigliare a Gesù Cristo, il figlio di Davide Re dei re, potremmo benissimo chiudere porte e cancelli dei nostri locali di culto, e fare altro. La comunione fraterna va considerata, è un qualcosa di caro ai nostri cuori, per la quale siamo pronti a rinunciare a qualsiasi cosa o qualunque persona. (1Corinzi 14:16; 1Corinzi 14:3)

 

  1. LA SIMILITUDINE: l’olio; la rugiada;

Prima di considerare l’uso spirituale che Davide fa di queste due figure, volgiamo la nostra attenzione a ciò che sono queste due figure l’olio e la rugiada. Se  non comprendiamo il tipo di associazione mentale o spirituale che Davide coglie in queste due immagini, non potremo mai essere profondamente toccati dall’uso e dalla realtà spirituale che esiste nella comunione fraterna.

L’olio, (227 riferimenti nella Bibbia) l’immagine sacerdotale suggerita da Davide aveva un grande significato per i pellegrini radunati a Gerusalemme. L’olio sparso sul capo di Aaronne scendeva sulla barba, sulle spalle e sul pettorale dove stavano i nomi delle dodici tribù d’Israele.

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Salmo 133

Quindi l’olio era il simbolo dell’unità radunata per adorare intorno al sacerdote consacrato Aaronne, così l’unità degli adoratori a Gerusalemme li consacrava come nazione sottoposta a Dio.

                 Esodo 30: 22 Il SIGNORE parlò ancora a Mosè, dicendo: 23 «Prenditi anche i migliori aromi: di                  mirra vergine, cinquecento sicli; di cinnamomo aromatico, la metà, cioè duecentocinquanta sicli; di canna aromatica, pure duecentocinquanta; 24 di cassia, cinquecento, secondo il siclo del santuario, e un hin di olio d’oliva. 25 Ne farai un olio per l’unzione sacra, un profumo composto secondo l’arte del profumiere; sarà l’olio per l’unzione sacra. 26 Con esso ungerai la tenda di convegno, l’arca della testimonianza, 27 la tavola e tutti i suoi utensili, il candelabro e i suoi utensili, l’altare dei profumi, 28 l’altare degli olocausti e tutti i suoi utensili, la conca e la sua base. 29 Consacrerai così queste cose, ed esse saranno santissime: tutto quello che le toccherà sarà santo. 30 Ungerai Aaronne e i suoi figli, li consacrerai perché mi servano come sacerdoti. 31 Parlerai ai figli d’Israele, dicendo: “Questo sarà il mio olio di consacrazione per tutte le generazioni future. 32 Nessuno dovrà adoperarlo per il suo corpo. Non ne farete neppure un altro uguale, della stessa composizione: esso è cosa santa e sarà per voi cosa santa.33 Chiunque ne produrrà uno uguale, o chiunque ne metterà sopra un estraneo, sarà eliminato dal suo popolo”».
34 Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Prenditi degli aromi, della resina, della conchiglia profumata, del galbano, degli aromi con incenso puro, in dosi uguali; 35 ne farai un profumo composto secondo l’arte del profumiere, salato, puro, santo; 36 ne ridurrai una parte in minutissima polvere e ne porrai davanti alla testimonianza nella tenda di convegno, dove io mi incontrerò con te: esso sarà per voi cosa santissima. 37 Del profumo che farai, non ne farete altro della stessa composizione per uso vostro; sarà per te cosa santa, consacrata al SIGNORE. 38 Chiunque ne farà di uguale per odorarlo, sarà eliminato dal suo popolo».

 

Dalla lettura di questi versi apprendiamo che, l’olio della elezione al sacerdozio e della consacrazione:

  1. aveva particolari ingredienti;
  2. unicamente destinato alla consacrazione;
  3. così come erano consacrati i sacerdoti, tanto lo erano gli arredi del tabernacolo, quasi come se fossero parte integrante del tempio;
  4. il contatto ad esso conferirà santità a chiunque toccherà tali arredi, in questo caso viene addirittura utilizzato il superlativo assoluto;
  5. l’unzione di esso è a scopo di servizio;
  6. il popolo ne doveva essere a conoscenza;
  7. non poteva essere utilizzato per altri scopi, nessuno poteva profumarsi, probabilmente il suo profumo era particolarissimo;
  8. non poteva essere riprodotto da nessuno tranne che dagli addetti ai lavori; e non poteva essere messo su nessun estraneo, pena la morte;
  9. la lavorazione era secondo l’arte del profumiere, qualcosa di molto particolare;
  10. se una parte doveva essere usata per consacrare uomini e strumenti del tempio, un’altra solo in polvere doveva essere posata davanti l’arca della testimonianza, luogo di incontro con il sacerdote e dio, il luogo santissimo;
  11. non se ne poteva fare un campione neanche per odorarlo, pena la morte;

Cerchiamo dunque con l’aiuto di Dio di applicare tutte queste particolari caratteristiche, alla comunione nella fratellanza cristiana. Ritorniamo dunque all’immagine del verso due suggeritaci da Davide:

2  E’ come l’olio prezioso sparso sul capo,

che scende sulla barba di Aaronne,

che scende fino all’orlo delle sue vesti

 

                    

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Salmo 133

La comunione fraterna è: (non deve essere)

  1. come l’olio prezioso, cioè come un qualcosa che è stato preparato da qualcuno, e quel qualcuno fu Mosè per Aaronne, per noi è Gesù che versa in abbondanza l’olio del Suo Santo Spirito, su tutta l’assemblea, perché tutti siamo appartenenti al regno dei sacerdoti.
  2. È una comunione che scende dall’alto verso il basso, comprende tutto il nostro essere spirituale, ma inizia dalla testa, dalla comprensione.
  3. Scende sulla barba che era simbolo di dignità e maturità maschile, altra è la dignità dei credenti e la loro maturità nel ricevere e nel preservare le benedizioni ricevute.
  4. Scende in modo da arrivare fino all’orlo dei vestimenti, se l’olio fosse stato poco sarebbe stato assorbito dai vari paramenti e non sarebbe arrivato fino in fondo, quindi anche la quantità versata doveva essere molta.

L’olio, è certamente elemento largamente conosciuto, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, si utilizzava per: preparare cibi, come mezzo di commemorazione e consacrazione, per medicare delle ferite, come combustibile per le lampade, ingrediente per fare profumi, preparare i cadaveri per la loro sepoltura, ed anche come mezzo simbolico per le preghiere di guarigione, averne in abbondanza era segno di ricchezza.

Olio che ammorbidisce e aiuta la cicatrizzazione:

Isaia 1:6  Dalla pianta del piede fino alla testa non c’è nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né lenite con olio.

Luca 10:34  avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui.

Un olio per alimentare la fiamma:

Matteo25:3  le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell’olio;

Un olio costosissimo per onorare:

Matteo 26:7  venne a lui una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato di gran valore e lo versò sul capo di lui che stava a tavola.

Matteo 26:12  Versando quest’olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura.

Uno strumento simbolico, nella preghiera di guarigione:

Marco 6:13  scacciavano molti demòni, ungevano d’olio molti infermi e li guarivano.

Giacomo 5:14  C’è qualcuno che è malato? Chiami gli anziani della chiesa ed essi preghino per lui, ungendolo d’olio nel nome del Signore:

Dopo aver considerato assieme tutti questi versi ed elementi utili che riguardano gli effetti della presenza dello Spirito Santo nei cuori della Comunità non ci rimane altro che invocare ancor prima della discesa dello Spirito Santo su noi, quella del suo sangue prezioso, perché la chiesa di oggi si sta privando di una preziosa benedizione. Davide dunque vuole confermare che nella chiesa del Signore, c’è un’azione particolarissima dello Spirito Santo, l’olio usato per la consacrazione ci ricorda dunque che nelle nostre riunioni, deve essere presente:

  1. un’atmosfera regale e attenta, di lode e di adorazione, ma anche di aspettazione;
  2. la discesa dello Spirito Santo su tutti quelli che sono stati trasformati dalla grazia di Dio;
  3. questo senso di gratitudine per l’elezione al sacerdozio, che tutti abbiamo, la ricevette Aaronne, l’ha ricevuta il Signore Gesù, e la riceviamo anche noi;
  4. una azione del Spirito Santo, volta a farci assorbire, “impregnare” delle virtù e del profumo di Cristo;
  5. un atteggiamento di partecipazione responsabile: se siamo tutti sacerdoti, tutti dobbiamo prendere parte al culto, quanto nel ricevere che nel dare;

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Salmo 133

  1. il profumo della lode e della adorazione deve essere unico e particolare, ha una sua essenza, che nessuno sa riprodurre, ne imitare, il vero sacerdote, solo chi ha ricevuto questa totale aspersione la sa riconoscere;
  2. una azione che parte dal capo, dalla nostra mente, dal nostro modo di ragionare, dai nostri pensieri, dal modo in cui si concepisce il culto a Dio;
  3. un sentimento profondo di totale devozione, l’esserne consapevoli, così come lo era Aaronne mentre sentiva scendere lentamente e silenziosamente questo olio profumatissimo su di sé;

L’olio dunque ci annuncia la chiamata al sacerdozio cristiano e alla benedizione spirituale interiore, che però è sentita e condivisa da tutti e in tutti, altro è invece il messaggio della rugiada.

                   La rugiada, (37 riferimenti nella Bibbia)  Umidità dell’aria che si condensa sui corpi freddi, scende durante la notte e fino alla mattina, dal cielo, senza rumore, in modo invisibile, nutre teneramente il terreno, rende brillante tutto ciò su cui si adagia, scende sempre tutte le notti sia d’estate che d’inverno; ai primi raggi di sole evapora.

Il messaggio biblico generale che Dio dà attraverso questo elemento della natura è in quasi tutta la sua totalità positivo. La rugiada rappresenta dunque una benedizione, un mezzo per rendere fertile e ammorbidire il terreno per nutrirlo e renderlo più produttivo, che scende anch’essa come l’olio, cioè dall’altro. Solo in alcuni casi viene utilizzata come figura negativa, per evidenziarne la sua volatilità, difatti con le prime ore di sole mattutino evapora, così era la devozione degli israeliti. Vediamo i vari usi di questo elemento:

Data in benedizione materiale:

Genesi 27:28  Dio ti conceda la rugiada del cielo, la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino.

Una parola che nutre e rende fruttiferi i cuori:

Deuteronomio 32:2  Si spanda il mio insegnamento come la pioggia, stilli la mia parola come la rugiada, come la pioggerella sopra la verdura e come un acquazzone sopra l’erba,

Per parlare del desiderio e della freschezza del sentimento cristiano giovanile:

Salmi 110:3  Il tuo popolo si offre volenteroso
quando raduni il tuo esercito.
Parata di santità, dal seno dell’alba
la tua gioventù viene a te come rugiada.

Per simboleggiare una devozione superficiale:

Osea 6:4  «Che ti farò, o Efraim? Che ti farò, o Giuda? La vostra bontà è come una nuvola del mattino, come la rugiada del mattino, che presto scompare.

Per raffigurare la venuta di Dio sul suo popolo per benedirlo totalmente:

Osea 14:5  Io sarò per Israele come la rugiada; egli fiorirà come il giglio e spanderà le sue radici come il Libano.

Per raffigurare il popolo di Dio che si spande per benedire tutti gli altri popoli:

Michea 5:6  Il resto di Giacobbe sarà, in mezzo a molti popoli,
come una rugiada che viene dal SIGNORE,
come una pioggia sull’erba,
che non aspettano ordine d’uomo
e non dipendono dai figli degli uomini.

 

Vediamo adesso ciò che il Salmo 133 ci suggerisce intorno alla comunione cristiana per mezzo della rugiada:

3 E’ come la rugiada dell’Hermon,

che scende sui monti di Sion,

 

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Nel caso del Salmo 133 invece Davide viene guidato ad utilizzarla non tanto come un mezzo di benedizione per il raccolto ma come simbolo per indicare un effetto continuo, silenzioso, che nutre. È la rugiada della catena montuosa dell’Antilibano, si eleva a più di 2800 metri dal livello del mare. La sua vetta è visibile da numerosi punti della Palestina, la vista è meravigliosa: Tiro, il Carmelo, i monti e le pianure della alta e bassa Galilea, il lago Ulel e il lago o mare di Galilea. In realtà l’Hermon è una catena montuosa a tre cime, che sono pennellate di bianchi nevi perenni, che spesso soffiano nelle vallate sottostanti, il Giordano ha la sua nascita tra le spaccature rocciose dell’Hermon (che significa appunto Montagna Sacra). Questa montagna in tutta la sua imponenza rappresenta certamente la protezione e la fortezza che Dio è per il suo popolo, da questo massiccio montano spirituale, proviene quella fresca e benedetta aria umida che continua a rendere fertile le terre del monte più basso cioè Sion, anche quando non piove, ogni giorno, l’Hermon era un monte sacro, per cui tutto ciò che proveniva da esso era sacro e di benedizione.

Per Davide la benedizione spirituale ricevuta dalla comunione fraterna è simile a quella rugiada che dall’alto della Montagna di Dio scende verso il basso dei monti Sion del nostro cuore. Se l’olio elegge, consacra, apparta, profuma, è unico, ecc. ecc. la rugiada che Dio fa scendere nella chiesa di Cristo, nutre e scende silenziosamente e ci rende fruttuosi per la sua gloria, per tutti i giorni della nostra vita è l’azione dello Spirito Santo che si manifesta unicamente durante le nostre riunioni con Dio e tra noi.

Cerchiamo di definire della rugiada spirituale che deve scendere nei nostri culti:

  1. deve essere una discesa dall’alto della sua Parola nei nostri cuori;
  2. rende i nostri cuori morbidi e fruttuosi gli uni gli altri;
  3. avviene tutti i giorni in cui ci riuniamo;
  4. non possono esserci cuori esenti che, si impermeabilizzano da una tale discesa;
  5. e posta nelle riunioni della Chiesa, Sion era la montagna su cui era edificata Gerusalemme e il Tempio.

Queste due figure le dobbiamo legare assieme nei loro significati perché lo Spirito Santo guida Davide nel fare questo parlando della comunione fraterna: il come in questo caso funziona da congiunzione, ecco perché possiamo parlare della comunione dei credenti creando delle analogie o anche delle diversificazioni tra le due figure:

– Scende dall’alto: sia l’olio che la rugiada;

– Totale consacrazione: arrivo l’olio arriva fino all’orlo dei vestimenti, la rugiada copre tutto il manto terrestre;

– E’ una benedizione: l’olio arriva fino all’orlo dei vestimenti, la rugiada viene da un monte sacro;

– L’olio è simbolo di consacrazione e dell’appartare e del conferire un profumo particolare indimenticabile; la rugiada dell’opera di Dio silenziosa, costante e nutriente;

– L’olio della consacrazione ricorda l’elezione sacerdotale di tutti i credenti, la rugiada nel suo messaggio figurativo conserva in sé vari messaggi diversi.

– La consacrazione richiede preparazione e minimo di ritualismo, la rugiada scende e si adagia sulla terra mentre ella dorme;

– Aaronne doveva aspettare che Mosè versasse l’olio sul suo capo; dipendenza e aspettazione del Signore, la rugiada scende quasi automaticamente sulla terra, certezza.

Come sono i miei culti?

  1. LA MOTIVAZIONE: perché Dio benedice chi vive nella comunione fraterna;

Davide è così coinvolto nella composizione di questo inno che sente il bisogno di affermare una regola dottrinale e una benedizione a carattere neotestamentario, questo salmo garantisce le benedizioni per quanti si dispongono a vivere la comunione fraterna, ci sono credenti che al culto non lasciano i loro ombrelli ma continuano a tenerli aperti anche quanto sono nel bel mezzo del culto. Non possiamo riempire il vaso d’olio solo in chiesa ma è necessario che ce ne sia una parte sempre presente. A volte si arriva ai culti vuoti, e mentre vediamo davanti ai nostri occhi, gli altri che esplodono di gioia e gratitudine, noi rimaniamo impassibili, estranei, quella rugiada non penetra, l’olio non lascia alcun profumo. Rivediamo il verso in questione:

 

 

 

 

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perché è là che l’Eterno ha posto la benedizione, la vita in eterno.

 

Perché è là: là nel luogo della comunione fraterna, non il luogo fisico ma quel tempio spirituale che si realizza tutte le volte che assembliamo i nostri cuori insieme di una sola fede, una sola dottrina, di un unico sentire e con un solo Spirito: così come venivano assemblati e montati i pezzi del tabernacolo nel deserto.

Che l’Eterno ha posto la benedizione: è sicuro, è certo, è stata posta, ed è stata posta da Dio, quando Dio pone lo fa come quando apre una porta che nessuno può chiudere, egli desidera, la vuole dare questa benedizione. La differenza che c’è tra il nostro benedire il Signore ed il suo benedire la nostra vita è sostanziale, perché mentre noi diciamo bene di Lui, Lui quel bene lo fa.

La vita in eterno: Non vogliamo sembrare degli integralisti che vogliono sempre assicurarsi il controllo dei propri adepti, (come se questo poi non comportasse delle responsabilità), ma Davide intuisce che attraverso la comunione fraterna Dio fa scorrere quell’azione benedetta del suo Santo Spirito per cui chi deve essere salvato può ricevere Salvezza, chi liberazione, chi santificazione e sapienza, chi consolazione, chi incoraggiamento, chi guarigione. C’è la vita eterna di Dio nella chiesa del Signore!

Molti credenti si sono confinati da soli nel silenzio! Senza che nessuno li obbligasse a questo, non prendono parte al culto, stanno lì, e si lasciano scorrere il culto addosso. Il Salmo 133 ci parla di una comunione vissuta negli incontri tra credenti. Liberiamoci fin quando è possibile e per quanto ci è possibile, perché rischiamo di lasciar morire la nostra vita spirituale, e di non cogliere il bersaglio della vita comunitaria. Non si può essere degli autentici servitori cristiani, senza vivere nel coinvolgimento spirituale di quest’opera di edificazione. Il sacerdote stava ad aspettare che lo aspergessero totalmente, la terra riceve in automatico l’umidità del cielo. Apriamo dunque i nostri cuori.

Salmo 133 in versione neotestamentaria

1 Ecco, quanto è buono e quanto è piacevole, che i fratelli in Cristo Gesù abbiano comunione gli uni gli altri in un unico sentire e pensare, di una stessa fede, in una stessa dottrina, in un solo Spirito! 2 L’adorazione comune, il senso di partecipazione è totale, si sente un profumo che si spande tutt’intorno, che è assorbito da tutti i cuori, ci si sente privilegiati, chiamati all’edificazione. 3 E’ come una benedizione che scende ogni giorno e ogni qualvolta si riuniscono, è qualcosa di fresco, di nuovo, non statico, non il solito, i cantici sono elevati con vigore e sotto l’impulso della grazia, le testimonianze sono gocce abbondanti che scendono nel cuore di tutti i cuori aperti e che vengono così resi produttivi e fecondi, il tutto non avviene nel frastuono, ne nel disordine, ma in una dolce comunione. Le preghiere sono come piante di fede che spuntano dal terreno e aspettano di essere esaudite a tempo debito per produrre il frutto tanto atteso. Perché è nella chiesa dei riscattati in Cristo Gesù che l’eterno ha posto la benedizione, la vita in eterno.