Pescatori di Uomini
Matteo 4:18-20 Or passeggiando lungo il mare della Galilea, egli vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare; poiché erano pescatori. 19 E disse loro: Venite dietro a me, e vi farò pescatori d’uomini. 20 Ed essi, lasciate prontamente le reti, lo seguirono.
Questo passo comune a tutti noi, ci offre sempre numerosi spunti, per poter riflettere e per poterci mettere nelle condizioni di essere graditi a Dio, di poter osservare e praticare la sua volontà come egli si aspetta che facciamo.
LA PASSEGGIATA
Quella di Gesù non fu una comune passeggiata lungomare atta a distendere i nervi, dato che la giornata era stata molto stressante e faceva bisogno di un pò di relax per poter disperdere i pensieri e le preoccupazioni lontano a largo, nelle onde di quel mare. Molti dei lavori che tutti noi compiamo, non sono più usuranti come quelli che si facevano 30 o 40 anni fa, i lavori di oggi non ci permettono di esprimere quel movimento fisico necessario per potere mantenere sufficientemente elastici da soli; anzi al contrario i nostri medici di famiglia, all’ apparire di qualche mal di schiena o di qualche altro malessere, ci domandano se facciamo attività fisica, “…sa aiuta moltissimo non solo irrobustisce le fasce muscolari, ma la aiuta anche a distendere i nervi a stancarsi fisicamente, a distrarsi… se proprio non ha tempo di iscriversi in qualche palestra veda se riesce almeno a dedicare una mezza ora al giorno, ad una passeggiata a passo sostenuto…”. Paolo, l’apostolo, ci ricorda che l’esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la devozione e l’esercizio di essa, è utilissimo. Forse oggi anche molti credenti sarebbero inclini a non appoggiare questa arcana e polverosa convinzione di Paolo, ma sta di fatto che non è solo una convinzione, ma una affermazione soffiata dallo Spirito di Dio nella mente di Paolo. Trovi il tempo per la passeggiata, per la palestra, per quell’hobby, o per quell’interesse, ma il tuo cuore è appassionato per le cose del Signore? Gesù non stava semplicemente passeggiando, ma si stava dirigendo per espletare un vero e proprio reclutamento, se questo lo fece il maestro cosa non faranno i suoi discepoli? Nel servizio cristiano c’è abbastanza movimento da poterci tenere allenati, basti pensare alle belle camminate che si possono fare solo facendo alcune ore di volantinaggio alla settimana. (Come unire l’utile al dilettevole)
LA SELEZIONE
Gesù stava cercando i suoi futuri collaboratori, non li selezionò tra i savi e gli intelligenti, tra i colti e gli istruiti, non chiamò religiosi o scribi, ma chiamò con se per farne degli studenti: operai impegnati, uomini di azione, scarsi di oratoria, ricchi di manualità, persone atte alla fatica, al lavoro, pronti ad alzarsi ancora quando è buio, e a trascorrere numerose ore in veglie notturne, svelti sbrigativi, pronti al lavoro di squadra. Abbiamo bisogno di ridimensionare il mito della chiamata, l’unico Unto e Messia rimane esclusivamente il Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio ed è nato in una stalla. Vogliamo imparare a rientrare in un profilo più basso, riconoscendo sempre i nostri stretti limiti umani e che qualsiasi titolo o professione o esperienza o conoscenza, possono essere soltanto come quei mantelli e quei rami di palma, che furono calpestati dagli zoccoli dell’asino su cui Gesù salì, lungo il percorso che il Salvatore fece scendendo verso Gerusalemme, per farsi immolare sulla croce.
Necessario è il parlare di qualità spirituali essenziali, per poter servire la santa chiesa di Cristo, quali la conversione, il battesimo nello Spirito Santo, una buona testimonianza, ed un attaccamento particolare all’opera di Dio, ma non professionalizziamo i servitori, non vogliamo diventare degli specializzati di un certo settore del servizio, vogliamo continuare a lasciar fare allo Spirito Divino il suo glorioso lavoro: quello di renderci umili e mansueti, disponibili per tutti e disposti a tutto.
L’INVITO
L’insolito e particolare invito che Gesù rivolge ha fatto già più e più volte il giro del mondo, nel corso dei secoli ha raccolto sempre anime pronte a lasciare ogni cosa, per amore del Salvatore. Gesù non promise loro un’attività lavorativa comoda e redditizia, non parlò di un posto nel cielo, di peccato, di croce, di potenza o di qualsiasi altro argomento che poteva convincerli, certo che quella non era la primissima volta che lo videro o ascoltarono, la conoscenza che avevano di Lui era strettamente legata all’impegnata attività della pesca, insomma erano molto occupati, conoscevano Gesù, lo avevano ascoltato qualche volta, ma nulla di più di tutto questo, insomma, non si era fatta sentire ancora nel loro cuore, la eco di una chiamata al servizio. Gesù disse loro semplicemente che sarebbero diventati grazie alla fedeltà e alla costanza nello stargli dietro, dei pescatori di uomini.
VENITE DIETRO: presuppone che si sarebbero dovuti spogliare della loro capacità di auto-gestirsi, non avrebbero potuto più disporre della loro stessa vita, ma avrebbero affermato e riconosciuto in Gesù la loro unica guida. Andare dietro è sinonimo di fiducia prima e di sottomissione dopo. Andare dietro significava confermare che tutto quello che avevano fino a quel momento, ovvero la loro impresa di pesca era nulla, rispetto a ciò che non sapevano che Gesù avrebbe fatto e detto in loro. Andare dietro significa palesare di dipendere da Gesù, confermare che la loro miseria spirituale era vasta quanto il mare che avevano sempre navigato.
VI farò: Gesù non avrebbe insegnato loro una tecnica psicologica di persuasione, ma essi sarebbero stati trasformati da pescatori di pesci a pescatori di uomini. Quella era una delle attività più note e probabilmente anche più logoranti e redditizie, ma per impararla bisognava avere passione ed esserci nati in una tale attività. Stessa cosa è per il regno di Dio, bisogna esserci nati in esso e bisogna averne passione, perché non viene nulla dal nulla, ma dalla sofferenza e dalla passione nascono, persone e cose straordinarie e concrete.
pescatori di uomini: Avrebbero pescato uomini e per farlo c’era bisogno di una barca, di reti di mare e di uomini. Si sarebbero imbattuti in tempeste spirituali dalle onde molto più grandi di quelle che avevano cavalcato fino a quel momento in barca.
Avrebbero trascorso molte notti insonni, anziché a pescare con la lampada esposta al bordo della barca per attirare i pesci, in preghiera con lacrime, illuminati solo dalle promesse della Parola di Gesù.
Avrebbero rassettato ogni giorno le reti della conoscenza biblica e della sana testimonianza, anziché quelle tristi e vuote e lacere del loro lavoro, le avrebbero sentite riempirsi e avrebbero avvertito il dolore dei muscoli del cuore, causato dal peso che comporta ogni singola anima presa nella rete della grazia.
Avrebbero dovuto, come ogni buon pescatore sa fare la propria cernita, esercitare un limpido discernimento spirituale, perché nelle reti della salvezza, dopo aver pescato, poteva entrarci di tutto.
Avrebbero, come ogni pescatore ed ogni agricoltore o allevatore, stare sereni perché sarebbero vissuti del lavoro che svolgevano, dalla pesca deve uscire anche il sostegno del pescatore.
L’aspetto straordinario e potente di quel breve ma penetrante invito, sta nel fatto Gesù non diede alcuna altra spiegazione e che tutte quelle cose, le avrebbero imparate piano piano, passo dopo passo, una remata dopo l’altra. Il Maestro vuole porre enfasi e parlare direttamente della grande chiamata, senza minimamente accennare all’esperienza di trasformazione e potenziamento che prima dovevano fare; ancora non lo avevano conosciuto che Gesù aveva già qualcosa da fargli fare, del resto è tipico di Gesù, anche con Paolo la stessa cosa, difatti in Atti 9:15-16 Ma il Signore gli disse: Va’, perché egli è uno strumento che ho eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ed ai re, ed ai figliuoli d’Israele; 16 poiché io gli mostrerò quante cose debba patire per il mio nome.
Gesù non mi ha salvato soltanto per infilarmi nelle quattro mura della chiesa locale e della casa, e per darmi una esistenza cristiana scialba e priva di esperienze, Gesù non vuole confinarmi in un eremo solitario e silenzioso, ma mi vuole trasformare in un pescatore d’uomini, pronto per ogni rotta, pronto di giorno, quanto di notte, pronto nella bonaccia, quanto nella tempesta. Alleluia!
LA PRONTEZZA.
La potenza che da tempo sto attendendo non arriverà fino a quando non sarò disposto/a a tutto, pur di evangelizzare e pescare nuove anime. Se voglio questa potenza di cui tanto sento predicare e poco il praticare devo comprendere che Gesù vuole donarmela non come l’ennesimo grado da attaccare sulle spalline della mia divisa di buon Cristiano, quella potenza è: dinamismo divino per … non può essere fine a se stessa, quella potenza è come la barca i remi e le reti e la lampada, è inutile averli se poi non usciamo fuori in mare a pescare. Quella potenza glorifica Cristo, quella potenza mi mette automaticamente in azione: mi fa avvertire l’urgenza, la gioia, l’entusiasmo e la franchezza della testimonianza; quella potenza sopra di me sviluppa nel mio cuore il senso di responsabilità, lo stesso se non maggiore, di quello che ho quando vado a lavoro: Proverbi 16:26 La fame del lavoratore lavora per lui, perché la sua bocca lo stimola.
Esistono denominazioni cristiane che non professano la dottrina del Battesimo nello Spirito Santo, sono composte da assidui frequentatori, per cui esso non è necessario per andare e venire nel locale di culto, non serve a chi ha deciso di stare come una statua, nella teca di una santuario, tale benedetta esperienza è per stirpe santa, per il real sacerdozio, per l’assemblea dei santi, per gente viva, per dei pescatori di uomini. È giunto il momento di dare una svolta alle motivazioni vere e profonde del tuo essere credente, se nel tuo cuore si sta aprendo un varco alla visione evangelistica per dare alle anime perdute una opportunità di essere pescate dalle reti della tua testimonianza e del tuo servizio, allora Gesù sarà il primo ad approdare alle spiagge della tua esistenza regolare fatta del solito andare e venire, Sarà il primo a farti mollare le solite reti di sempre e a battezzarti non nel mare della abitudine, ma nel fiume della potenza di Dio. Quei due senza sapere cosa loro attendeva, senza rinascita interiore, senza potenza dall’alto, senza un corso di studi, senza una chiesa, senza un adeguato locale di culto… fecero di Gesù e di quelle poche Parole che gli sentirono dire, un ottimo motivo per salpare nelle acque della missione più gloriosa della loro vita, puoi prontamente lasciare le reti del tuo amor proprio, per fare altrettanto?